Gli arti dello
Spinone
Alcune osservazioni di Ezio Pagliarini sul volume «Lo Spinone» di F. S. Gianotti
a cura di Ezio Pagliarini
Nell’articolo precedente apparso sulla rivista «Diana» ho parlato delle posizioni degli occhi nel cane, adesso vorrei aggiungere alcune considerazioni su un altro argomento oggetto di varie interpretazioni.
Mi riferisco alle angolazioni degli arti e alla posizione delle scapole. Noi sappiamo che lo spinone, pur costruito nel quadrato, è un cane trottatore, come altri è a propulsione posteriore. Dunque inizierò dagli arti posteriori e precisamente dall’angolo formato dal metatarso con il suolo, il quale ha un valore direi fisso e cioè 90°.
Il metatarso dunque deve essere perpendicolare al suolo. Fin qui, credo, siamo tutti d’accordo e allora passiamo all’angolo tibio-metatarsico. Lo standard ufficiale, redatto da Giuseppe Solaro e approvato dall’Enci, è molto chiaro e fissa il valore di questo angolo a circa 150°. Tale angolo viene definito piuttosto aperto, data la poca inclinazione della tibia, che troviamo inclinata sull'orizzonte di circa 50-60°. A me sta bene così, perciò sono in disaccordo con le proposte di modifiche allo standard riportate dall’amico Francesco Saverio Gianotti nel suo libro «Lo Spinone» edito dall’Editoriale Olimpia. Infatti l’amico Gianotti propone di ridurre l’angolo tibio-metatarsico ad un valore di 120-125°. Forse l’idea gli è stata suggerita dal libro «Lezioni di Cinognostica» di Ignazio Barbieri visto che poi aggiunge la stessa frase «flesso trottatore».
Il Babieri, parlando del trottatore, ha preso come modello la razza Pastore tedesco e la stessa cosa hanno fatto Franco Bonetti e Walter Gorrieri nel loro libro «Il Cane si muove». Considerano dunque il Pastore tedesco il prototipo dei trottatori. Questo è giusto. La spiegazione dell’angolo tibio-metatarsico piuttosto chiuso potrebbe essere così interpretata: il Pastore tedesco è costruito nel rettangolo e per fare in modo che l’orma posteriore nel trotto raggiunga, o meglio superi quella anteriore, avrà bisogno di un posteriore piuttosto flesso e quindi con più possibilità di aprirsi.
Noi siamo di fronte ad uno Spinone che, pur costruito nel quadrato come un galoppatore, va al trotto. Più avanti parlerò di questa sua particolare qualità, ma torniamo all’angolo tibio-metatarsico.
La proposta del Gianotti, qualora venisse ufficializzata, porterebbe lo Spinone ad avere l’angolo in questione uguale a quello del Pointer. Il Solaro infatti, nel suo splendido libro «Il Pointer», da alla tibia una inclinazione sull’orizzontale di circa 30°, che aggiunti al valore fisso dell’angolo formato dal metatarso con il suolo (90°) sommano 128°. Avremo così il Pointer (galoppatore) con angolo tibio-metatarsico uguale a quello dello Spinone (trottatore). Questo è un controsenso che desidero far presente all’amico Gianotti. Prima di terminare con gli angoli del posteriore è mia intenzione protestare contro un’altra proposta del Gianotti. Mi riferisco allo sperone.
II Gianotti propone di invertire la frase dell’attuale standard «tollerata l’assenza dello sperone» in «tollerata la presenza». Forse ha come altri lo Spinone senza sperone? In proposito riporto delle battute sentite a Montelabate. Durante una prova di caccia un signore con spinone disse: «Ai miei cuccioli, pochi giorni dopo la nascita, faccio sempre asportare gli speroni». Al che un altro spinonista rispose: «Per forza, ti nascono tutti senza!».
L’idea che gli speroni deviino» gli appiombi non è vera e non mi si venga a dire che lo Spinone non è bello con lo «sperone». Non solo è bellissimo, ma è più completo.
Per terminare con gli angoli del posteriore, non mi trovo d’accordo con con le proposte del Gianotti, sono dunque per i valori dello standard ufficiale.
Altro punto importante è la posizione delle scapole. Lo Spinone dovrebbe avere le punte delle scapole ben distanziate fra loro, senza però raggiungere il parallelismo con il piano mediano del corpo. Gianotti a proposito delle scapole propone: «Punte delle scapole piuttosto divaricate rispetto al piano mediano del corpo», Questa posizione è impossibile da pretendere.
Se prendiamo uno Spinone che abbia le due articolazioni scapolo-omerali distanziate di cm 22, per portare le due punte delle scapole a formare parallelismo con il piano mediano occorre distanziarle cm. 22. Se poi le vogliamo anche piuttosto divaricate. si uscirà dal parallelismo.
Questa posizione mi sembra esagerata, e non funzionale. Dunque avanzerei la mia proposta, in sostituzione di quella del Gianotti, come già indicato: «Punte delle scapole ben distanziate, ma senza raggiungere il parallelismo con il piano mediano del corpo».
Per quanto riguarda l’angolo scapolo-omerale sta bene il valore riportato nello standard; aggiungo che la spalla dello Spinone la vogliamo molto forte, ben guarnita di muscoli e al tempo stesso agile nei movimenti.
Sempre nelle proposte del Gianotti andrà corretto il valore dell’angolo formato dall’asse palpebrale con il piano mediano della testa che non è 15-20° come da Lui proposto, ma 78-80°, in quanto lo Spinone ha l’occhio in posizione sub-frontale.
Ora dirò dei motivi che fanno dello Spinone un bravo trottatore. Lo Spinone, solo a guardarlo, ci deve dare l’impressione di essere fatto non per galoppare, ma per trottare. La sua costruzione è massiccia, la massa corporea supera come peso totale il rapporto con la statura se confrontato con un cane galoppatore (ad es. Pointer). Dunque, lo Spinone lo vogliamo (anche se di taglia medio-piccola) tarchiato: è questo l’aggettivo che ci piace. Gli assi cranio-facciali divergenti obbligano lo Spinone a tenere il collo eretto per meglio percepire le emanazioni mentre è in cerca; con questo portamento del collo è quindi più facile trottare che galoppare. Il collo, poi, è di notevole sviluppo ma piuttosto corto e per poter galoppare ci vuole un collo lungo e tirato in avanti. Il torace è molto ampio, disceso, magari oltre il gomito, e con costole nella parte inferiore molto arrotondate senza formare carenatura. Il garrese è largo, date le punte delle scapole distanziate. La groppa è avvallata. La muscolatura, relativamente corta, non è adatta alle veloci andature e non sopporta movimenti piuttosto bruschi. Non è determinante per il trotto la depressione in corrispondenza dell’undicesima vertebra dorsale, che invece io abolirei. A proposito si legga quanto scritto da Paolo Ciceri nella rivista «I nostri cani» e da Antonio Santarelli nel suo libro «La Caccia con il cane da ferma» edito dall’Editoriale Olimpia.
Per ultimo vorrei parlare della linea inferiore del tronco perché desidero riportare quanto scritto da Paolo Brianzi in proposito. (Preciso che queste considerazioni le ho avute dalla figlia di Brianzi: la gentile signorina Franca).
«Nello Spinone, cane equilibrato, tranquillo, senza neuropatie, cioè coi nervi a posto ci vuole un po’ di pancetta. La pancia e la «nature» dicono in Francia, è il fornello della buona digestione. Il cane forte mangiatore ha la pancetta. Il nevrastenico, pazzoide, scervellato ha il ventre da levriero. È ben vero che nel cane veloce la pancia disturberebbe e sta bene che non ci sia; ma non è men vero che nelle razze trottatrici un ventre giustamente disceso ci viene a dire dell’equilibrio e della buona salute del soggetto. Quando vedrete uno spinone col ventre da levriere, dite pure che quello in caccia sarà un forsennato e un esimio galoppatore».
Questi i motivi per cui lo Spinone trotta. Sicuramente ce ne saranno ancora altri che io posso aver dimenticato. Aggiungo che il trotto da competizione è una andatura faticosa. La conferma l’abbiamo anche dai cavalli trottatori che alcune volte rompono il trotto per passare al galoppo.
Ezio Pagliarini
per gentile concessione del Sig. Ezio Pagliarini - All.to del Subasio
www.delsubasio.it
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