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Lo Spinone, il grande cacciatore

a cura di di Romualdo Merlini

Vediamo da vicino come questa razza continentale si appresta ad affrontare il nuovo…

Attraverso l'amicizia di molti validi esponenti del mondo dello Spinone, ascoltandone i consigli e le riflessioni, nonché, grazie all'esperienza maturata direttamente "sul campo" in molti anni di allevamento di questa razza nostrana che contribuisce a rappresentare il patrimonio della nostra cinofilia, sono giunto alla conclusione che è un vero peccato avere una sola vita, tanto vi è ancora da apprendere e da scoprire su questi cani meravigliosi.

Cinquant'anni di Spinoni
Credo che con tutti i cani - d'ogni razza siano - per riuscire a capirli veramente occorrano essenzialmente un buon intuito, il saper vedere con gli occhi nonché il ricordare con la mente; solamente se si è in possesso di queste doti è davvero possibile interpretare i loro sguardi ed attraverso questi, comprenderne i desideri. Ebbene, questo è tanto più vero quando si parla dello "Spinone Italiano", un cane i cui occhi rappresentano certamente lo specchio della sua anima. Purtroppo però, sono molti coloro che negli ultimi cinquant'anni, non si sono minimamente curati di sondare l'anima dei loro Spinoni guardandoli negli occhi, chiedendo loro invece, solamente di correre e correre sempre più forte, nel tentativo di arrivare primi, e poi… primi dei primi. Troppi si sono sentiti allevatori per il solo fatto di avere un esemplare femmina con pochi meriti e tanti cuccioli, ed aver letto magari qualche tratto in materia di selezione della razza qua e là.
Sempre più spesso mi auguro che si possa giungere a riscoprire i veri valori dello Spinone, confrontando sempre i nuovi apprendimenti e le nuove idee con il recente passato della razza, in modo di poterne serenamente valutare la validità effettiva ma soprattutto per non snaturare le caratteristiche che rappresentano la tipicità di razza. Non dimentichiamoci, ad esempio, che lo Spinone per rispondere ai canoni della razza deve presentare una costruzione esemplare, testa tipica con assi divergenti, occhio tondo con ottima pigmentazione,dentatura corretta, torace ben sviluppato nelle tre dimensioni, groppa a lavatore, pelle da "bue", pelo ruvido e ben distribuito, ottima ossatura, appiombi corretti ed avere in caccia un movimento energico e determinato nella ricerca del selvatico. Certamente soggetti simili non sono moltissimi, ma è senz'altro questo l'obbiettivo al quale deve tendere l'allevamento dello "Spinone Italiano".

Un grande cacciatore
Questo nostro grande cane evidenzia le sue qualità venatorie, spiccatamente autoctone, nell'ispezione del terreno infatti, la natura e la selezione operata dall'uomo, gli hanno conferito un apparato locomotore che ne fa (con il Bracco Italiano) un trottatore per eccellenza, proprio il tipo di andatura in caccia che risulta essere il più adatto per il territorio nazionale, nonché e non è davvero secondario, stilisticamente bello a vedersi.
La velocità ed il galoppo, tipiche di altre razze, non devono costituire un termine di paragone negativo per lo Spinone, prendete ad esempio una cacciata in lomellina ebbene, in questo ambiente intervallato da molti fossi, argini, stoppie di riso, boschetti di piccola entità e ripe a non finire, un dinamico galoppatore inglese, già a meno di cento metri, sparirebbe continuamente alla vista a causa dei molti ostacoli, oppure sarebbe costretto ad adattarsi a svolgere una cerca decisamente più ristretta, venendo così meno alle sue prerogative, cosa che invece non accadrà mai al nostro continentale.
Con lo Spinone è ancora possibile vivere le emozioni di una caccia vera, fatta andando alla ricerca di quei selvatici che rappresentano, venatoriamente parlando e non certo in termini di peso, delle prede ambite per ogni vero cacciatore.
Poiché un buono Spinone può cacciare, in ogni habitat sia di montagna che di collina quanto in pianura o nella palude, assecondando il suo "compagno uomo" aiutandolo a godere per davvero e fino in fondo di quella impagabile libertà d'azione, che solamente chi è capace d'inventarsi le proprie giornate di caccia senza programmi e condizionamenti può assaporare pienamente.

Una forte tempra
A proposito della taglia dello Spinone, devo rilevare che ho avuto modo di notare come in alcune zone dell'Italia centrale siano preferiti soggetti più piccoli e leggeri, ed alla mia richiesta di spiegazioni mi fu risposto che ciò era dovuto ai terreni scoscesi ed asciutti dell'Appennino; forse con l'idea che il peso minore ne favorisca la resistenza. Dal mio punto di vista, qui in lomellina dove io vivo, li scelgo di buona taglia, bene in carne, massicci, rustici e dotati di buon fondo; infatti, la caccia ai beccaccini nelle stoppie del riso, tra l'acqua ed il fango di novembre e dicembre dove l'umidità è costante ed il terreno sempre infido, esige cani di buona tempra, fuggendo in tal senso, anche da ottimo metodo di selezione "naturale".
Nel mondo degli spinonisti qualcuno ha avanzato la proposta di togliere gli speroni ai nostri cani, a mio parere, occorre stare molto attenti ad avventurarsi in sperimentazioni di questo tipo, più di un'autorevole firma del passato, infatti ci ha ricordato i deleteri rinsanguamenti con razze galoppatrici che hanno dato alla razza speronati a volontà, col triste risultato poi, di doverli scartare dalla riproduzione.
A mio modo di vedere andrebbero piuttosto ricercate le giuste linee di "Spinoni tipici", che siano dinamici per movimento ed avidità del selvatico, in possesso di autentiche qualità naturali, testate mediante vere giornate di caccia che evidenzino lo stile di razza, il fermo al frullo ed allo sparo sono cose di poca importanza , soprattutto lo Spinone,deve dimostrare di avere naso e passione scovando quanti più selvatici gli riesce… peccato però che questo mio pensiero, farà certamente rizzare i capelli a molti "puristi", ma si tratta di una verità incontrovertibile che capita con i soggetti di tutte le razze da caccia.

Sul terreno di caccia
Fortunatamente, continuano ad essere molti coloro che amano questo burbero, ma bonario ausiliare di caccia la cui forma di competizione preferita consiste nel confronto diretto con la selvaggina, che affronta lealmente e senza timore, nel bosco, nella palude o nelle stoppie; infatti, non a caso lo Spinone è considerato il cane da carniere per eccellenza, favorito ed aiutato in questo dalla sua grande versatilità che gli consente di affrontare con successo ogni selvatico ed ogni habitat, dove non manca mai di mostrare la sua eccezionale valenza. 
Lo Spinone è un ausiliare tutto da "scoprire", pochi ad esempio sanno che la sua pelle spessa non emana odore data la povertà di ghiandole sebacee, che inoltre è naturalmente in possesso di un olfatto straordinario e che quando ha acquisito l'esperienza necessaria è in grado di ripagare ampiamente il suo padrone della fiducia concessagli. Certamente non è facile capirne il dolce carattere, tutte le sfumature del suo comportamento, in ferma si volta e ti guarda.. sta cercando di comunicare poi si volge, con il tartufo ben indirizzato verso la fonte di emanazione diventando serio, grintoso ed aspetta… aspetta lo sparo, pronto ad effettuare gioiosamente il recupero ed il riporto del selvatico.

Amatelo sempre per quello che è, solo allora il vostro Spinone vi darà soddisfazioni davvero impagabili quali il suo incedere così tipico, l'elegante troppo, il fiutare l'aria con il tartufo al vento e quindi scivolare in ferma ed ancora, quando lo osserverete mentre ritto a prua della vostra barca che scivola tra le canne della palude è attento ad ogni rumore a lui noto, pronto alla vostra fucilata a tuffarsi nelle gelide acque per recuperare un germano, e risalito con la preda, bagnato e gocciolante, ma risoluto e contento di avervi servito, vi guarderà adorante con i suoi grandi occhi e quando incontrerete quel suo sguardo languido, avrete come l'impressione che il chiamarlo cane vi parrà quasi di offenderlo… guardatelo negli occhi e certamente vi verrà il "groppo al petto" perché questo è lo Spinone: un ausiliare per tutte le cacce!

www.valledelleanatre.com

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